Ridare giovinezza ad un divano o ad una poltrona non solo si può, ma apre un mondo inimmaginabile di creatività, fonte di grande soddisfazione per chi sceglie di rinnovare un vecchio arredo. Di fronte ad un salotto usurato – dal tempo, dalla presenza in casa di animali domestici o da un uso intensivo che se ne è fatto per anni – ci troviamo di fronte ad un bivio: buttare e acquistarne uno di nuovo, o mettere mano all’esistente e trasformarlo. Per decidere, passiamo ad analizzare alcuni punti.

Il primo si riferisce alla sostenibilità, uno stile di vita che sempre più persone decidono di adottare, fatto di piccole scelte quotidiane. Viene messo davvero alla prova proprio nel momento in cui stiamo pensando di buttare un oggetto. Riusare, e quindi rinnovare, è una delle operazioni che devono sempre precedere uno smaltimento, anche se differenziando opportunamente i materiali.

Non sempre questo è possibile. Il discrimine sta nella qualità del salotto in questione. Un divano datato potrebbe essere un oggetto di ottima fattura, proprio perché con le tecniche costruttive e i materiali in uso qualche decennio fa si creavano arredi decisamente robusti e duraturi. Va dunque analizzata la sua struttura portante. Se è in legno massello o in ferro, vale la pena conservarla. Per tutto il resto (cinghie, molle, imbottiture e rivestimenti) il tappezziere farà la magia. Che, naturalmente, magia non è; si tratta di arte artigiana, del saper fare che trasforma gli oggetti restituendo pezzi di arredamento di grande valore e, soprattutto, unici.

Ritappezzare un divano o una poltrona significherà allungare la vita di un arredo cui siamo legati sentimentalmente, riportandolo in auge proprio perché la sua veste esterna sarà nuovamente alla moda, o confacente ai mutati gusti dei proprietari. La consulenza del tappezziere, inoltre, permette al committente di sondare tutte le possibilità creative che si prospettano, scegliendo la tipologia del tessuto (velluto, tessiture jaquard, pelle o ecopelle), il colore, lo stile e anche eventuali diverse collocazioni dello stesso arredo.